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16-12-2005 - Reggio Calabria, 16 dicembre 2005

La Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali e delle Province autonome riunita a Reggio Calabria approva un ordine del giorno sullo schema di decreto legislativo in materia ambientale presentato dal Ministro dell'Ambiente

COMUNICATO STAMPA



La Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali e delle Province autonome riunita a Reggio Calabria approva un ordine del giorno sullo schema di decreto legislativo in materia ambientale presentato dal Ministro dell’Ambiente



Reggio Calabria 16 dicembre 2005. La Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali e delle Province autonome si è riunita oggi a Reggio Calabria in occasione della commemorazione del secondo trigesimo dell’uccisione del Vice Presidente del Consiglio regionale della Calabria Franco Fortugno nel corso dei suoi lavori, su proposta del Presidente del Consiglio regionale della Basilicata Filippo Bubbico, ha approvato un ordine del giorno in merito allo schema di decreto legislativo “Norme in materia ambientale”, proposto dal Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, in attuazione delle disposizioni della L. 15 dicembre 2004, n. 308.

Lo schema di decreto, articolato in sei parti, si propone quale testo unico in campo ambientale ponendosi l’obiettivo ambizioso di disciplinare, coordinare ed integrare le disposizioni relative alle seguenti materie:

* Procedure per la valutazione di impatto ambientale strategica (VAS), per la valutazione di impatto ambientale (VIA) e per l’autorizzazione ambientale integrata (IPPC);

* Difesa del suolo e lotta alla desertificazione, tutela delle acque dall’inquinamento e gestione delle risorse idriche;

* Gestione dei rifiuti e bonifica dei siti contaminati;

* Tutela dell’aria e riduzione delle emissioni nell’atmosfera;

* Tutela risarcitoria contro i danni all’ambiente.

Restano escluse dal T.U. la gestione delle aree protette e la conservazione ed utilizzo sostenibile degli esemplari di specie protette di flora e di fauna.

Lo schema di decreto è stato elaborato dal Governo, e per la precisione, dal Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio, con l’esclusivo supporto di una commissione di “24 Saggi”, senza la necessaria concertazione con le Regioni, nonostante le disposizioni in esso contenute limitino fortemente l’autonomia e le competenze attribuite alle stesse dalla Costituzione.

Il decreto delegato introduce modifiche sostanziali alla legislazione vigente senza riuscire a proporre un impianto normativo organico e coerente con l’assetto istituzionale del Paese e con la legislazione comunitaria emanata nell’ultimo decennio.

Le modifiche proposte stravolgono le competenze attuali, creano un dirompente impatto sul territorio, indeboliscono le politiche ambientali del Paese, generano una pericolosa involuzione delle attività delle Regioni e degli Enti locali in campo ambientale.

La Conferenza dei Presidenti dell’Assemblea dei Consigli Regionali e delle Province Autonome chiede che il Decreto Unificato “Norme in materia ambientale” non venga approvato per le motivazioni che si elencano:

* Incostituzionalità ed illegittimità del decreto, in quanto comporta uno stravolgimento generale delle competenze definite dagli artt. 117 e 118 della Costituzione, dalla L.59/97 e dal D.L.gs 112/98, limitando le funzioni ed i compiti attribuiti alle Regioni e agli Enti locali.

* Eccesso di potere da parte del Governo rispetto a quanto conferitogli con la legge delega 308/04. Il Governo ha redatto un vero e proprio T.U. innovativo apportando delle modifiche sostanziali alla disciplina vigente nelle materie trattate ed intervenendo addirittura nel riparto di competenze tra Stato e Regioni oltre che sulla natura, struttura e funzioni di istituzioni ed organismi (es. radicale trasformazione delle Autorità di Bacino istituite con L. 183/89), senza avere ricevuto la sua fonte di legittimazione nella stessa legge delega (vedi Sentenza Corte Costituzionale n. 280/2004).

* Inosservanza delle direttive comunitarie in materia ambientale già recepite o in corso di recepimento.

* Ripercussioni nella gestione delle fasi di allertamento e di emergenza proprie della Protezione Civile, per via della centralizzazione delle competenze in materia di rischio idrogeologico ed idraulico.