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17-01-2017 - ROMA, 17 GENNAIO 2017
Saharawi, i Consigli regionali: riattivare Onu per referendum nel Sahara occidentale. La richiesta al Governo nell’ambito delle azioni da promuovere verso il Marocco nel Consiglio di sicurezza, dove l’Italia quest’anno è membro non permanente.
L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna in prima linea con la Conferenza delle Assemblee regionali, parlamentari della Repubblica e associazioni impegnate nella cooperazione insieme per sostenere a livello internazionale la ripresa dei negoziati in favore della causa del popolo Saharawi. La popolazione del Sahara occidentale è in attesa da oltre 25 anni del referendum di autodeterminazione dal Marocco, previsto in numerose risoluzioni dell’Onu. I negoziati sollecitati dalle Regioni italiane riguardano anche l’ampliamento della missione di pace Onu Minurso che monitora il rispetto dei diritti umani.
L’appello è stato formalizzato in un documento indirizzato al Governo italiano, presentato nell’ambito del convegno “Saharawi, quali prospettive”, che si è svolto ieri a Roma nell’Auletta dei gruppi parlamentari della Camera dei deputati, alla presenza di numerosi esponenti dei Consigli regionali e di Comuni ed esponenti del mondo associativo che da anni collaborano a progetti di cooperazione nei campi profughi Saharawi e di accoglienza in Italia di bambini saharawi per un periodo di vacanza e di controllo medico. Presenti anche numerosi ambasciatori di Paesi dell’Unione Africana e non solo.
A presentare il documento i tre primi firmatari: Stefano Vaccari, senatore e presidente dell’Intergruppo parlamentare di amicizia con il popolo Saharawi, Franco Iacop, Coordinatore della Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e Province autonome e presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia e Simonetta Saliera, presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, istituzione attenta al problema Saharawi con un intergruppo che nel marzo scorso ha visto anche visitare alcuni territori “liberati”.
Il nostro Paese– ha sottolineato il senatore Stefano Vaccari – ha una lunga storia di amicizia con il popolo Saharawi, fondata sui valori della solidarietà e dell’accoglienza, e testimoniata dal lavoro della diplomazia, dalle risoluzioni adottate dal Parlamento, dai progetti di cooperazione, di accoglienza e di scambio culturale che coinvolgono Regioni, Comuni e organizzazioni della società civile. Ecco perché – ha spiegato il senatore modenese – la presenza dell’Italia, per tutto il 2017, nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, in qualità di membro non permanente, può rappresentare una importante occasione per sostenere l’attuazione di quanto previsto in numerose risoluzioni dell’Onu sulla questione Saharawi. L’Italia – ha sottolineato – è una convinta sostenitrice delle azioni di peacekeeping e per l’estensione delle missioni di pace dell’Onu riteniamo che gli obiettivi che indichiamo nel documento possano essere assunti dal nostro esecutivo in quest’anno di mandato al Palazzo di vetro”.
Franco Iacop, Coordinatore della Conferenza delle Assemblee legislative delle Regioni e Province autonome, ha evidenziato l’importanza decisiva dei livelli locali e regionali per sostenere assieme al Parlamento un’azione diplomatica indispensabile. “Un’azione congiunta – ha detto – per incidere con una diplomazia che operi al di là dei canali tradizionali attraverso una rete di relazioni efficaci con chi si occupa di cooperazione decentrata nei campi profughi nel deserto algerino”. Tante realtà che sono protagoniste anche di una significativa opera di sensibilizzazione e sostegno alla causa dei Saharawi in Italia dove da anni i “piccoli ambasciatori di pace” saharawi sono accolti per un periodo di ospitalità e controlli medici.
Un grazie da Simonetta Saliera, presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, ai 12 rappresentanti della diplomazia internazionale intervenuti all’incontro in rappresentanza di alcuni Paesi dell’Unione Africana, del Centro America e Sud Est Asiatico. “Sentire voci diverse che provengono da tante parti del mondo a sostegno della causa Saharawi – ha detto Saliera – significa che c’è la consapevolezza di quanto la questione del Sahara occidentale sia importante anche dal punto di vista geopolitico per tutta la zona del Magreb e di tutto il continente africano. Tante le questioni in ballo – ha ricordato – dai temi del diritto internazionale al rispetto dei diritti umani, ma anche l’emergenza dei flussi immigratori fino allo sfruttamento delle risorse del Sahara occidentale senza che i Saharawi siano una voce in campo. Con questo documento chiediamo un rilancio della diplomazia – ha ribadito Saliera – a partire dalla convocazione di un talk che metta di fronte le due parti il popolo Saharawi e il Marocco per arrivare al referendum di autodeterminazione tanto atteso. Siamo certi – ha concluso – che possiamo rinforzare maggiormente la democrazia anche grazie all’azione dell’Unione europea i cui paesi membri dovrebbero sentire la responsabilità della decolonizzazione”.