CONFERENZA DEI PRESIDENTI
DELLE ASSEMBLEE LEGISLATIVE
DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME

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23-03-2021 - ROMA, 23 MARZO 2021

PNRR: CONSIGLI REGIONALI IN AUDIZIONE ALLA COMMISSIONE PARLAMENTARE PER LE QUESTIONI REGIONALI
Convergenza tra le forze politiche a livello regionale sui piani

Il Coordinatore della Conferenza dei Presidenti dei Conigli regionali e delle Province autonome Roberto Ciambetti (Presidente del Consiglio regionale del Veneto) ed i Vice Coordinatori Emma Petitti (Presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna) e Mauro Zanin (Presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia) sono stati auditi oggi pomeriggio dalla Commissione bicamerale per le questioni regionali in merito alla governace del PNRR ed al ruolo delle Regioni.
A fronte di una situazione molto complessa, le Regioni hanno presentato i documenti contenenti i propri contributi alla formazione del PNRR. Su tali documenti diverse Assemblee regionali hanno aperto il confronto con le parti economiche e sociali, con le rappresentanze e tutte le migliori energie regionali. Le Assemblee legislative che ad oggi si sono espresse sono: Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Puglia e Toscana.
Va sottolineato – ha affermato Il Presidente della Conferenza Ciambetti – “come l’integrazione e la complementarietà degli strumenti è uno dei punti su cui le Regioni, inizialmente inascoltate, hanno a lungo insistito; cosi come lo stesso Comitato delle Regioni ha evidenziato che solo una minoranza di Stati membri ha consultato i rispettivi enti locali e regionali nella preparazione del piano per la ripresa e la resilienza e che un numero ancora inferiore ne ha utilizzato effettivamente i contributi”. “Per entrare nel merito delle attività del Consiglio regionale del Veneto, - ha aggiunto il Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti - dopo il svolto dalle commissioni consiliari nelle materie di competenza, e dopo aver coinvolto ed ascoltato numerosi soggetti portatori di interesse, lo scorso 16 marzo il Piano Nazionale di ripresa e Resilienza e le proposte del Veneto sono stati al centro dei lavori d’aula del Consiglio regionale, che – in maniera piuttosto trasversale - ha approvato due importanti risoluzioni. Per il Veneto vedono quali priorità la digitalizzazione, l’innovazione, la transizione verde ed ecologica – con l’attenzione che non vada ridotta ad una Plastic tax per bloccare la crescita dei territori, ma rappresenti una possibilità di sviluppo concreta - l’inclusione sociale e la salute. La regione, anche attraverso un forte ascolto del territorio, ha cercato di raccogliere le principali priorità facendo sintesi su una serie di progetti ritenuti necessari per la crescita del territorio, confezionando un Piano regionale per la ripresa e la resilienza che si articola in 13 macro-progetti (crescita e valorizzazione del capitale umano; energia sostenibile; inclusione sociale; infrastrutture per la competitività e per l’attrattività turistica e culturale; innovazione; mitigazione del rischio idrogeologico; olimpiadi invernali Milano Cortina 2026; rafforzamento, innovazione e digitalizzazione delle istituzioni pubbliche; recupero e risanamento ambientale; resilienza sanitaria; gestione delle risorse idriche; conversione eco-sostenibile del sistema della mobilità), ed in 155 schede-progetto, per un valore complessivo di 25 miliardi. Un piano che, come ha sottolineato anche il Presidente Luca Zaia, è coerente rispetto all’esigenza di “un Veneto più sicuro, più equo, che cresce sotto l’aspetto della digitalizzazione, creando vere e proprie autostrade digitali per le nostre imprese e famiglie. Investiremo molto anche sulle infrastrutture viarie” Infine, aggiungo due ultime importanti richieste del Consiglio al Governo regionale: che sia “costituita una struttura nazionale dedicata, dotata di personale qualificato per le attività di progettazione, attuazione e monitoraggio dei progetti connessi al Recovery fund, da coniugare con l’innesto di personale ugualmente qualificato negli enti territoriali e locali” e che sia “costruita una governance in grado di coordinare gli obiettivi del Recovery fund, dei fondi strutturali e del fondo per lo sviluppo e la coesione al fine di concentrare la progettualità di questi diversi strumenti su una strategia coerente che tenga insieme lo Stato, le Regioni e gli enti locali”.
“Parliamo di terza ripartenza – ha sottolineato il Presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia Piero Mauro Zanin – perché lo choc dell’epidemia impone una svolta.” Al tavolo, che si insedierà venerdì 26 nell’aula del Consiglio regionale, parteciperanno regolarmente i capigruppo delle varie forze politiche, i presidenti delle Commissioni e due assessori della Giunta Fedriga. Ma saranno coinvolti anche parlamentari ed europarlamentari del Friuli Venezia Giulia. “L’obiettivo è dare indirizzi non solo sui fondi del Recovery Plan ma anche su quelli della programmazione europea e sulle risorse che metterà in campo direttamente la Regione”. Tra i temi che saranno affrontati ci sarà sicuramente quello del futuro del settore manifatturiero, “per il quale si dovrebbe puntare sull’alta qualità e sullo sviluppo tecnologico, con un sistema di formazione che supporti le nuove competenze richieste. Penso poi al tema delle infrastrutture, non solo fisiche e viarie ma anche digitali”. Lo sviluppo delle potenzialità del Porto di Trieste è un’altra importante carta da giocare, “e dovremmo fare in modo che ad avvantaggiarsene siano tutte le aree della regione: le merci in transito potrebbero fermarsi in un vasto territorio di retroporto e generare ulteriore ricchezza”.
“Al fine di reagire al contesto sanitario, economico, finanziario e sociale caratterizzato dall’inasprirsi della pandemia da Covid 19 e dalle contingenze che ne sono seguite, è fondamentale cogliere le opportunità di rilancio e di sviluppo degli investimenti derivanti dal Recovery Plan, - ha detto la Presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna Emma Petitti - in tutti i settori della vita sociale e produttiva. In modo particolare, con riferimento al lavoro, alla sostenibilità ambientale, all’innovazione ed alla digitalizzazione. Al fine di realizzare le azioni che il Piano di Resilienza ci consente di rilanciare – continua la Presidente Petitti – fondamentale è la relazione con il territorio, il coinvolgimento degli enti locali e dei portatori di interesse, con i quali dare vita ad un modello partecipativo dove ognuno potrà essere parte di un sistema integrato, coeso e solidale. Inoltre, nell’ottica della concertazione, sarà fondamentale – nell’attuazione del PNRR – il consolidamento dei rapporti interistituzionali, anche a livello nazionale, europeo e internazionale. È alla luce di tale quadro – conclude Petitti – che è necessario cogliere tutte le opportunità derivanti dalle occasioni di rilancio contenute nel Piano”.